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Le nostre Scelte Sostenibili

Dal test di gravidanza alla scelta della scuola materna: consigli di sopravvivenza

Per qualche strana coincidenza astrale, la scelta per la scuola materna della mia prima e – al momento- unica figlia ricade esattamente nel mese in cui 3 anni fa feci il test di gravidanza. Inutile scrivere che ricordo ogni singolo secondo di quell’istante, come se fosse ieri.

Una soleggiata mattina di Gennaio, test appena acquistato in farmacia, ore 11:02, le famose lineette rosa e la consapevolezza che quelle nausee non derivavano da disturbi intestinali.

Emozione a mille!

Stessa mattinata soleggiata di Gennaio ma 3 anni dopo, ore 11:20, suona il postino per recapitarmi la lettera di iscrizione alla scuola materna.

Quand’è accaduto esattamente tutto ciò?! Io non sono pronta!

La prima di tante altre scelte importanti

Mia figlia non ha frequentato il nido, abbiamo trascorso i suoi primi tre anni di vita a stretto contatto, con allattamento a richiesta fino a 20 mesi, quindi ti lascio immaginare.scelta scuola materna La scuola materna rappresenta l’entrata nel mondo dei grandi: orari e regole da rispettare, gestione dei rapporti con altre persone seppur mignon, abituarsi al suono della sveglia, una routine che non lascia più scampo.

Per me, da mamma, una scelta importante per il suo benessere e il suo sviluppo.

Sono stati giorni difficili, legati un pò alla nostalgia del tempo che passa, un pò alle tante, troppe incertezze legate alla scelta: le notizie ci bombardano ovunque, le voci girano, le esperienze sono diversissime tra loro. Ecco perché la scuola pubblica del mio comune, quella che dovrebbe rappresentare la scelta più ovvia, mi ha messo letteralmente in crisi.

Ma è più consigliato il metodo finlandese o quello montessoriano?!

Ho iniziato a documentarmi, a partecipare agli open day di tutte le scuole materne limitrofe. Mi sono fatta una cultura sui metodi di insegnamento che nemmeno Maria Montessori, ho scoperto l’esistenza del metodo finlandese che prevede lo stare all’aperto ogni 45 minuti di attività al chiuso. Mi sono districata tra la burocrazia italiana e le leggi regionali circa il numero di insegnanti ogni tot bambini che scelgono il modulo ordinario di 40 ore. Che anche per un adulto sono pesanti 40 ore lavorative a settimana!

Mi sono scontrata con il termine “flessibilità” nella pubblica amministrazione, soprattutto se parliamo di piccoli esseri umani che non hanno nemmeno 3 anni, a volte. Ho conosciuto presidi che si sentono così onnipotenti da stabilire quand’è giusto privare il bambino del riposo pomeridiano, senza tener conto dei suoi bisogni primari.

Capisci perché sentivo un peso grosso come un macigno?!

Non lo nascondo, il mio istinto è quello di proteggere mia figlia da certe imposizioni esterne, per lo meno finché è così piccolina. scelta scuola materna

Un pomeriggio, la svolta

Abbiamo partecipato insieme all’open day della tanto discussa scuola materna comunale: la svolta.  Cloe è entrata nella prima aula che ha trovato, si è messa a giocare con il didò insieme alla maestra e tutta contenta mi ha urlato: ” Ciao, mamma!”. Io sono andata in solitaria ad ispezionare ogni angolo della scuola, trovandomi soddisfatta per l’ambiente nuovo e caloroso.

Ma c’è una sensazione, una sola, che mi ha fatto compilare la domanda con il sorriso sulla bocca: la disinvoltura con cui mia figlia si è trovata a suo agio li, in quell’ambiente, con quelle maestre. scelta scuola maternaLei stava bene, era felice. Io anche.

Ho resettato dentro la mia testa tutte le informazioni che avevo raccolto precedentemente e ho deciso di basarmi solo ed unicamente sul mio istinto di mamma. Ho ricevuto vibrazioni positive, passami il termine, ho visto con i miei occhi la tranquillità di Cloe. E ho fatto la mia scelta, anzi, la nostra scelta.

Perché ancora una volta, da quando stava ancora nel pancione, ha scelto mia figlia per noi.

Poi magari a Settembre sarà tutta un’altra storia, mi auguro di no, però nel frattempo abbiamo fatto la scelta migliore che potevamo, e mi sento così leggera. E così mamma.

Al diavolo tutte le teorie pedagogiche: l’unica cosa che desidero per mia figlia è che lei si senta a suo agio, in questa piccola parte di mondo.

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